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 EUROPA SOCIALE

Gruppo XI: Presidente George Katiforis

Mandato

Il 7 novembre 2002, il Praesidium ha deciso la creazione di un gruppo di lavoro sull’ “Europa Sociale”. Nel documento 445/1/02 REV1 sono elencati i nomi dei 69 partecipanti. Il Praesidium ha posto ai componenti del gruppo le seguenti domande :
1. Tenuto conto dei valori già contemplati dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, quali di questi dovrebbe contenere l’art. 2 del progetto preliminare del Trattato Costituzionale nel settore sociale?
2. In che modo gli obiettivi generali dell’UE dovrebbero includere obiettivi in materia sociale nell’articolo 3 del progetto preliminare di Trattato Costituzionale?
3. Rispetto alle competenze dell’Unione, stimate che si possano modificare quelle attualmente attribuite all’Unione/Comunità in materia sociale ? Se così, quali nuove competenze dovrebbero essere attribuite all’Unione/Comunità in materia sociale, e in quale categoria inserirle ?
4. Quale può essere il ruolo del metodo di coordinamento aperto e la sua collocazione nel Trattato Costituzionale ?
5. Quale rapporto si può stabilire tra coordinazione delle politiche economiche e coordinazione delle politiche sociali ?
6. Per quanto riguarda le procedure, in che misura la co-decisione e il voto a maggioranza qualificata andrebbero estesi a materie per le quali l’unanimità è attualmente richiesta?
7. Il Titolo VI del progetto preliminare di Trattato Costituzionale riguarda la vita democratica dell’UE; dovrebbe figurare in esso il ruolo delle parti sociali, e se sì, in che modo?

Relazione finale

Il gruppo XI concorda che l’art. 2 del futuro Trattato Costituzionale che fa riferimento alla dignità umana debba essere corto e chiaro. I valori proposti sono:
• giustizia sociale
• solidarietà
• eguaglianza, soprattutto tra uomo e donna
I problemi riscontrati sono sorti riguardo alla prima e alla seconda domanda. La spaccatura del gruppo si è verificata in riferimento al significato da attribuire ai termini “valore” e “obiettivo”.

All’interno della relazione, sono stati citati l’art.136 TCE in riferimento ai Diritti Fondamentali, la Carta Sociale firmata a Torino il 18/10/1961 e la Carta Comunitaria dei Diritti Sociali Fondamentali dei Lavoratori del 1989.

Il gruppo XI raccomanda che l’art.3 menzioni i seguenti obiettivi:
• promozione del pieno impiego
• giustizia e pace sociale
• sviluppo durevole
• coesione economica, sociale e territoriale
• economia sociale di mercato
• qualità del lavoro
• educazione e formazione
• inserimento sociale
• alto livello di protezione sociale
• uguaglianza fra uomo e donna
• diritti dei bambini
• nessuna discriminazione per motivi razziali, etici, religiosi, sessuali e di handicap o di età
• elevato livello di sanità pubblica, di servizi sociali e di interesse generale
È stata auspicata fortemente l’uguaglianza tra obiettivi sociali ed economici. La maggioranza del gruppo si augura che sia ribadita la clausola relativa alla protezione sociale. Alcuni membri suggeriscono che gli obiettivi dell’Unione debbano includere l’occupabilità, l’accesso all’istruzione e alla formazione e la garanzia di posti di lavoro di qualità.

Riguardo alla terza domanda, il gruppo XI ritiene che le competenze attualmente attribuite all’UE siano adeguate ma debbano essere precisate maggiormente. Secondo il gruppo, andrebbe ampliata la portata dell’art.152 TCE, per trasferire all’UE maggiori competenze in materia di salute pubblica e disciplinare aspetti come rischi gravi transfrontalieri, malattie trasmissibili, bioterrorismo e gli accordi dell’OMS. In generale considera che le competenze dovrebbero essere condivise tra le legislazioni nazionali e quella sopranazionale.

Il metodo di coordinamento aperto, creato dal Consiglio Europeo di Lisbona nel 03/2000, “è una nuova forma di coordinamento delle politiche nazionali, che su propria iniziativa o su quella della Commissione, definiscono collettivamente nel rispetto delle diversità nazionali e regionali, obiettivi e indicatori in un settore specifico che consente agli stati, in base a rapporti nazionali, di migliorare le loro conoscenze, sviluppare lo scambio d’informazioni, pareri, competenze e prassi, e promuovere oltre agli obiettivi concertati, gli approcci innovatori che potrebbero sfociare in orientamenti o raccomandazioni”.

Il metodo è definito “aperto” perché non è unico, e molto spesso si parla di metodi di coordinamento aperti perché di volta in volta ci sono variazioni a seconda dei settori in cui viene applicato.

La maggior parte del gruppo è favorevole al suo inserimento nella Costituzione Europea ma con l’obbligo di precisare il metodo e la sua relativa procedura. Questo strumento deve essere utilizzato in caso di assenza di competenze legislative rispetto agli artt. 99,104 e 128 TCE. Si consiglia la creazione di una procedura ad hoc di carattere orizzontale, introdotta al capitolo degli strumenti di natura non legislativa. Devono essere descritti anche i limiti del metodo rispettando i caratteri di trasparenza e democrazia.

Per la coordinazione delle politiche economiche e sociali, il gruppo XI si è accordato sul fatto che è necessario razionalizzare i diversi processi di coordinamento economico e sociale. Ha suggerito di stabilire nel trattato le procedure necessarie e di controllare la coerenza delle politiche. Il Consiglio “Affari Generali” dovrebbe preparare i risultati del Consiglio Europeo sulla base delle differenti contribuzioni dei Consigli settoriali.

Un ruolo maggiore deve essere concesso al Parlamento Europeo in materia di politiche economiche e sociali.

Per il voto a maggioranza qualificata (VMQ), l’unico consenso ottenuto è stato di riportare nel Trattato Costituzionale il compromesso raggiunto a Nizza, estendendo il VMQ al paragrafo 1 punti d), f), e g) del art.137.

Come possibile compromesso è stato proposto il voto a “maggioranza superqualificata”.

Il ruolo della società civile deve essere esplicitamente riconosciuto dal Trattato Costituzionale, includendo la possibilità di consultarla e la sua presenza nel dialogo sociale soprattutto per quanto riguarda la lotta contro l’esclusione sociale.

Critiche della cellula

Per quanto riguarda le competenze dell’UE, suggeriamo una legislazione fatta con leggi-quadro salvo i gravi problemi di salute pubblica come il bioterrorismo o malattie infettive contagiose o aerotrasmesse (caso SARS). Sosteniamo come una parte del gruppo XI, che l’art. 137-5°comma TCE debba essere mantenuto e ampliato dagli stati, benché possa provocare una spaccatura nell’Unione, se uno stato ha la volontà di proteggere maggiormente i suoi cittadini, rispetto alla legge comunitaria, esso deve averne la possibilità (art. 137).
Pensiamo che in questa materia, il Parlamento potrebbe agire in due modi diversi :
1. dare un parere, consigliando la Commissione su un argomento specifico prima che essa emani una proposta legislativa
2. nel migliore dei casi affidare al PE, in questa materia, la possibilità di formulare una proposta legislativa, che dovrà ottenere il consenso della Commissione prima del voto del Consiglio.
Quest’ultima proposta sarebbe possibile con un cambiamento radicale della legislazione attuale. Pensiamo che il Parlamento in un primo tempo debba avere in certi settori la possibilità di iniziativa legislativa e concedergli questa possibilità in tutti i settori di competenza comunitaria.

In sintesi

Proposte del Gruppo
L’art. 3 dovrebbe menzionare i seguenti obiettivi :
- promozione del pieno impiego
- giustizia sociale
- pace sociale
- sviluppo durevole
- coesione economica sociale e territoriale
- economia sociale di mercato
- qualità del lavoro
- educazione e formazione
- inserimento sociale
- alto livello di protezione sociale
- uguaglianza fra uomo e donna
- diritti dei bambini
- nessuna discriminazione per motivi razziali, etici, religiosi, sessuali e di handicap o di età
- elevato livello di sanità pubblica, di servizi sociali e di interesse generale
- Introduzione di una clausola di protezione sociale
- Inserimento all’interno della Costituzione del metodo di coordinamento aperto

Proposte della Cellula:
- Definizione delle competenze UE in materia sociale attraverso leggi-quadro
- Possibilità di iniziativa legislativa del Parlamento Europeo

Il contributo delle organizzazioni della società civile
- European Women’s lobby: “Il livello più efficiente in cui si agisce implica che la scelta sia fatta sulla base di benefici sociali ed umani”;
- European Trade Unions Confederation: è una priorità che un modello sociale europeo, comprendente i servizi d’interesse generale, sia enunciato nella Costituzione e che l’Unione sociale, le politiche occupazionali e l’Unione monetaria ed economica siano integrate ed abbiano lo stesso peso. È una priorità che la Convenzione riconosca a tutti i livelli i partners sociali e ne rafforzi l’autonomia ed il ruolo di co-regolatori e che sviluppi un sistema europeo di relazioni industriali;
- Rete europea per la lotta contro la povertà: evidenzia come occorra fare in modo che l’eliminazione e la prevenzione della povertà e dell’emarginazione sociale siano un obiettivo dell’Unione europea e non soltanto della politica sociale dell’Unione; occorre includere nel nuovo trattato un capitolo sull’integrazione sociale. Sarebbe inoltre necessario raggiungere una certa armonizzazione fiscale per mantenere la capacità degli stati membri di sviluppare e garantire i servizi, attuare strategie di redistribuzione, tutelare il libero accesso a beni e servizi pubblici e contribuire ad una migliore regolamentazione dei mercati internazionali.
- Movimento per gli Stati Uniti d’Europa: si ritiene sia sempre più necessario un modello sociale europeo in grado di conciliare l'efficacia del mercato con un livello elevato di tutela sociale e di rispetto dei diritti sociali fondamentali.
   
 

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